
Palermo, 6 nov. (Adnkronos) - (di Elvira Terranova) -Schiaffi, pizzicotti, insulti, percosse, umiliazioni di ogni genere. Parolacce e sevizie. Sono drammatiche le violenze subite da alcune anziane, ospiti del 'Boccone del Povero' di San Giuseppe Jato, piccolo centro del palermitano, dove sono state arrestate due operatrici sanitarie, Giuseppina B. di 55 anni e Francesca S. di 60 anni. Le due, incensurate, sono agli arresti domiciliari. L'inchiesta lampo, iniziata solo a fine agosto, grazie alla denuncia della figlia di una delle vittime, è stata coordinata dal Procuratore aggiunto di Palermo Annamaria Picozzi che in pochi mesi è riuscita a scoprire tutti gli orrori subiti dalle povere vittime. Donne anziane, affette da demenza senile, con problemi deambulatori. La vittima principale è una donna di 76 anni. Ma le due operatrici, come emerge dalle intercettazioni e dalle videocamere installate all'interno di una pianta, non avevano pietà. Come emerge dall'ordinanza firmata dal gip Walter Turturici che definisce le due donne "spregiudicate". Tutto inizia il 19 agosto scorso, quando la figlia dell'anziana di 76 anni, denuncia i lividi ed ematomi sospetti sul corpo della madre. Ma, chiesti chiarimenti alla Madre Superiora del Boccone del povero, i figli sono stati rassicurati "con la giustificazione che, trattandosi di persona anziana con difficoltà di deambulazione e di stabilità, poteva accadere che la stessa urtasse contro gli oggetti provocandosi così i lividi notati dai congiunti", come scrive il gip nell'ordinanza. Una giustificazione che però "non risultava più valida - scrive il gip - nel momento in cui a seguito di una recente caduta da cui l'anziana riportava la frattura del femore, i lividi continuavano ad apparire sugli arti superiori, sulle mani, sul volto della donna".
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