
Roma, 26 ago. (Adnkronos Salute) - Batteri e virus 'buoni' alleati per combattere un tumore potenziando gli effetti delle terapie anti-cancro. "Studi condotti inizialmente sui topi dimostrano infatti che il batterio, solo quando alleato con il virus (batteriofago), induce una particolare reazione da parte del sistema immunitario che riesce così a riconoscere e attaccare anche le cellule tumorali. Questa osservazione nei modelli animali è stata confermata nei pazienti, ed evidenzia il ruolo chiave del microbiota intestinale aprendo nuovi scenari terapeutici". E' quanto verificato da uno studio pubblicato su 'Science' da un gruppo internazionale di cui fanno parte le Unità di Immunologia e Immunoterapia e Chirurgia toracica dell'Istituto nazionale Tumori Regina Elena di Roma, dirette rispettivamente da Paola Nisticò e Francesco Facciolo."Abbiamo collaborato con grande entusiasmo a questo studio del gruppo francese coordinato da Laurence Zitvogel - spiega Nisticò - che ha identificato e dimostrato che un batterio intestinale (enterococco hirae), quando infettato da un virus (batteriofago), è in grado di stimolare i linfociti T dei pazienti verso antigeni presenti sulle cellule tumorali. I pazienti che possiedono l'antigene derivato dall'enterococco rispondono meglio alla terapia con anti Pd-1 anche nei tumori del polmone. L'Istituto Regina Elena ha contribuito analizzando la risposta linfocitaria T verso questi antigeni in pazienti operati per tumore del polmone, grazie all'eccellenza della nostra Chirurgia toracica e alla competenza ed esperienza in monitoraggio immunologico e risposta immunitaria ai tumori dell'Unità di Immunologia e Immunoterapia"."Da tempo - conclude Gennaro Ciliberto, direttore scientifico del Regina Elena - è noto che il microbioma intestinale è capace di influenzare la nostra risposta immunitaria contro i tumori. Questa nuova scoperta aggiunge un ulteriore elemento di complessità: il coinvolgimento del viroma, cioè dei virus che interagiscono con i batteri intestinali. Da qui all'applicazione di queste scoperte alla terapia dei tumori il passaggio non è immediato, ma rimane l'obiettivo della nostra ricerca traslazionale". Lo studio è stato realizzato anche grazie al contributo di Airc, Associazione italiana per la ricerca sul cancro.
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