Banche: Palenzona, 'tassa extraprofitti demagogia, danneggiare sistema un errore'

economia
AdnKronos
Milano, 12 ago. (Adnkronos) - "Il governo ha rivisto il reddito di cittadinanza suscitando molte critiche e così hanno pensato di dare un colpo agli istituti del credito, che va sempre bene se a guidare è la demagogia. Un errore, perché di demagogia alla lunga si muore". Lo afferma il presidente di Fondazione Crt, Fabrizio Palenzona, in una intervista a La Stampa.Da tempo Palenzona si era detto convinto che una tassa sugli extraprofitti avrebbe generato malumori: "Che stessero pensando a un'iniziativa di questo tipo era nell'aria da tempo", dice. Ma così "sembra che abbiano provato a dare un colpo al cerchio e uno alla botte". E a chi sostiene che in questo modo si possono aiutare famiglie in difficoltà, risponde: "Sono d'accordo, ma i provvedimenti non devono mai scardinare o anche solo danneggiare un sistema". "Se fossimo seri o coerenti -osserva il presidente di Fondazione Crt- dovremmo ricordarci che le banche hanno passato periodi di grande sofferenza. Io non posso dimenticare gli anni che hanno comportato aumenti di capitale per i quali le fondazioni si sono dovute svenare. Non mi ricordo che allora lo Stato sia venuto in soccorso degli istituti di credito. Quando i tassi erano sotto lo zero e gli istituti hanno dovuto provvedere a rafforzamenti patrimoniali per ovvi motivi, nessuno si è nemmeno posto il problema. Anzi, le fondazioni bancarie per scelta dedicano circa l'85% delle loro risorse a iniziative sociali. Questa tassa sugli extraprofitti, e peraltro mi permetto di segnalare che è di difficile comprensione capire bene cosa sia extraprofitto, avrà certamente un impatto negativo sui conti delle fondazioni". E allora, "se l'obiettivo della misura è sostenere le famiglie in difficoltà, il governo dovrebbe aiutare le fondazioni con uno sgravio fiscale". Ecco perché "Crt proporrà all'amico Francesco Profumo di avanzare questa proposta come Acri: l'introduzione di un credito d'imposta per tutte le fondazioni. Siamo convinti che i nostri colleghi saranno d'accordo". In molti sono convinti che ad essere più colpite dal provvedimento saranno le piccole banche: "Le piccole banche vivono più di depositi e prestiti e meno di prodotti. E questo crea un problema nel problema, perché la capacità di reazione dei piccoli istituti è fisiologicamente meno efficiente". Qualcuno, al governo, sostiene tuttavia che le banche abbiano ignorato i segnali delle authority: "La moral suasion di Bankitalia o della Bce è molto efficace quando lo vuole essere. E se non l'ha fatto c'è un motivo", prosegue Palenzona. Questa però, puntualizza, non è una critica al governo: "Il governo ha tante difficoltà da gestire, dico solo che si poteva ragionare per individuare strade che in passato sono state trovate senza creare crisi di credibilità". Anche perché "è abbastanza evidente che questo decreto retroattivo che mette nel mirino solo le banche e non gli altri interlocutori finanziari presta il fianco all'accusa di illegittimità". Per questo, "credo che l'Abi possa provare, ammesso che non l'abbia già fatto, a ragionare con il governo per raggiungere un obiettivo comune. Ma va fatto subito, senza aspettare la fine dell'estate". Del resto, conclude, "ho grande stima per il presidente Patuelli, persona di grande equilibrio e capacità".

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