
Milano, 19 gen. (Adnkronos) - Lara Comi, nuovamente parlamentare europea dal novembre 2022, "lo è tuttora nonostante la mala gestio che gli atti hanno messo in evidenza e senza aver restituito nulla, in un contesto di altissimo rischio di reiterazione di fatti analoghi". E' uno dei passaggi delle motivazioni con cui i giudici del tribunale di Milano, lo scorso 2 ottobre, hanno condannato l'esponente politica di Forza Italia a quattro anni e due mesi nel processo ribattezzato 'Mensa dei poveri' che vede imputati politici e imprenditori per un presunto giro di tangenti. Lara Comi, difesa dall'avvocato Gian Piero Biancolella, era finita agli arresti domiciliari (poi revocati) nel novembre del 2019 per corruzione, false fatture e truffa ai danni dell'Unione europea per circa 500 mila euro per i corsi di formazione dei dipendenti di Afol, agenzia per la formazione, orientamento e lavoro. I reati di cui la Comi è accusata, tra il novembre 2016 e il novembre 2018, "sono espressione di un medesimo disegno criminoso potendosi tratteggiare un fine specifico illecito immanente della Comi volto a ricavare dalle casse del Parlamento europeo proventi illeciti truffaldini a beneficio di se stessa, della sua famiglia, dei suoi amici e del partito; si tratta di un fil rouge che, come si è visto, - scrivono i giudici nelle oltre 650 pagine di motivazioni - ha caratterizzato tutto il percorso 'europeo' della Comi", con "ingenti somme a favore di se stessa e della sua famiglia (o bypassando il conflitto di interessi, o mediante contratti truffaldini e successive distrazioni per molte centinaia di migliaia di euro)".
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