Calangianus, crisi del sughero
In arrivo un piano strategico regionale

di Antonella Brianda

CALANGIANUS. Ciò che per Olbia è stata Meridiana, per Calangianus e i paesi dell'Alta Gallura è stato il sughero. Per anni proprio grazie a questo materiale di cui è ricca la Sardegna, Calangianus è stato il maggiore centro italiano per la sua estrazione e lavorazione. E se dal 1987 la cittadina gallurese ha fatto parte della "piccola grande Italia", la classifica dei 100 comuni più industrializzati del Paese, da qualche anno a questa parte sta assistendo alla moria della tante imprese che grazie alla lavorazione del sughero avevano reso la zona di Tempio Pausania, Luras e Aggius, un vero è proprio distretto del sughero che fatturava circa 300 milioni di euro e dava lavoro stabile a 3 mila persone tra occupazione diretta e indotto.
Dal 2003 il comparto del sughero ha subito una forte crisi dovuta in parte all'utilizzo sempre maggiore di materiali come il vetro, la plastica e l'alluminio, per produrre i tappi delle bottiglie.

La maggior parte della produzione e della lavorazione del sughero era mirata proprio alla fabbricazione di tappi. Le case vinicole più prestigiose in Sardegna e all'Estero si rifornivano proprio a Calangianus e non era raro stappare una bottiglia di un qualche famoso vino francese e scoprire che il tappo che conservava l'aroma del prezioso nettare era "calangianese". Ma la crisi ha colpito un po' tutti e molte aziende per risparmiare hanno iniziato ad usare tappi di plastica, contribuendo a mettere in ginocchio le fabbriche di sughero galluresi.

Vista la situazione la Giunta regionale da pochi giorni ha deliberato di costituire un gruppo di lavoro inter assessoriale che si occuperà di predisporre un piano strategico per il rilancio del comparto sugheriero nell'Alta Gallura. La crisi degli ultimi anni e' riconducibile a molteplici fattori", ha sottolineato il presidente della Regione, Ugo Cappellacci, dopo una visita nel territorio che ospita il distretto del sughero. "Ai nemici del sughero sardo (siccità, incendi e concorrenza spagnola e portoghese), si sono aggiunte altre difficoltà a cominciare da quelle di accesso al credito alle indispensabili azioni di innovazione e di ristrutturazione aziendale. Ora, per affrontare la crisi si rende necessario un piano strategico nuovo ed adeguato, che contempli moderne tecniche di gestione aziendale e di marketing".

 
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