
Milano, 12 lug. (AdnKronos) - Lo spacchettamento di Mercatone Uno potrebbe non essere l'idea vincente per vendere il gruppo e le offerte arrivate non sono piaciute ai commissari straordinari incaricati nel 2015 di portare a termine la sua ristrutturazione. "Il nostro obiettivo primario è la massima tutela dell'occupazione e del ceto creditorio e l'ideale sarebbe farlo mantenendo l'intero compendio aziendale", spiega all'Adnkronos Vincenzo Tassinari, uno dei tre commissari. Sugli operatori che hanno presentato le offerte vincolanti - declinate in quanto giudicate non 'conformi' alle prescrizioni del bando - c'è il massimo riserbo, ma dimostrazioni di interesse per l'azienda italiana specializzata nella grande distribuzione di mobili e arredamenti sarebbero arrivate da operatori nazionali e internazionali."L'interesse industriale c'è e c'è stato: ora, con la trattativa privata, tutti i soggetti interessati possono tornare al tavolo, non solo quelli che hanno depositato le offerte vincolanti". Il commissario crede nelle potenzialità dell'azienda e del settore, nonostante la crisi economica e quella dei consumi "continuino a picchiare duro". A fronte di una concorrenza molto difficile da arginare nel mondo del mobile low cost - l'Italia ad esempio è per Ikea il quinto Paese al mondo per vendite con una quota di mercato del 10,9% solo per i mobili- la distribuzione organizzata retail "ha ancora in Italia una quota di mercato pari al 32 per cento, ampiamente inferiore a mercati internazionali più evoluti", sottolinea Tassinari.Dunque, il potenziale di sviluppo è "interessante": quello che conta è trovare un acquirente che sappia riposizionare l'azienda sul mercato con "innovazione e investimenti". Mercatone Uno è già alla seconda gara, con un valore di riferimento ridotto a 220 milioni di euro. Stando agli ultimi dati disponibili, i punti vendita attivi sono 58 in tutto il Paese, i dipendenti 3.600 in tutto, di cui 2.600 operativi.
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