
Venezia, 25 lug. (AdnKronos) - I tentativi di smontare sistematicamente teorie pseudoscientifiche o notizie false che circolano su Facebook sono inutili o addirittura controproducenti. Lo rivela uno studio sul debunking condotto analizzando l’attività su Facebook di 54 milioni di utenti nell’arco di cinque anni, pubblicato oggi sulla rivista scientifica PLOS ONE da un team internazionale guidato da ricercatori italiani.“I post di debunking stimolano commenti negativi, non raggiungono il pubblico ‘complottista’ oppure lo fanno reagire nel senso opposto a quello sperato”, afferma Fabiana Zollo, prima autrice dell’articolo e ricercatrice post-doc all’Università Ca’ Foscari Venezia.I ricercatori hanno analizzato i post, i ‘like’ e i commenti pubblicati su 83 pagine Facebook di carattere scientifico, 330 pagine ‘complottiste’ e 66 pagine dedicate al debunking (con oltre 50mila post). Lo studio ha confermato l’esistenza sul social network di due distinte comunità che non entrano in contatto tra loro e dialogano all’interno di una cassa di risonanza che non fa altro che rafforzare le loro tesi di partenza.
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