Sicilia: Ance, emendamento M5S parto malriuscito che danneggia costruttori

economia
AdnKronos
Palermo, 31 lug.- (AdnKronos) - “Se l’iniziativa non venisse dal M5S, verrebbe da pensare che persino gli integerrimi grillini hanno adottato il malcostume della vecchia politica di inserire mance elettorali a fine legislatura. Ma se così non è - come noi riteniamo - come mai l’emendamento alla legge sull’edilizia che vincola il rilascio del certificato di agibilità di un immobile, si limita a richiedere l’autocertificazione dell’avvenuto pagamento solo dei progettisti e dei direttori dei lavori, e non anche di tutti gli altri soggetti che hanno partecipato alla realizzazione dell’opera, dall’impresa agli artigiani edili, dagli impiantisti agli autotrasportatori, fino ai fornitori dei materiali e ai lavoratori? Proprio alla luce di questa ambiguità, pur conoscendo la serietà dei deputati firmatari, non chiediamo di essere aggiunti alla lista, perché siamo comunque assolutamente contrari ad un principio sbagliato e ad un intervento fuori luogo che può solo aggiungere confusione alle già complesse procedure amministrative che affliggono i settori edile e immobiliare in questo particolare periodo di transizione”. Ad affermarlo è Santo Cutrone, presidente dell’Ance Sicilia, che, sollevando "forti dubbi" sulla "reale motivazione alla base dell’emendamento a firma M5S" (“Forse è stato sollecitato da un interesse corporativo e non guarda a quello collettivo anche delle imprese e dei cittadini?”), "ne spiega le conseguenze negative e invita l’Ars a respingerlo".“E’ un grave errore – sostiene Cutrone - , sia giuridico che tecnico, condizionare il rilascio da parte del Comune, e persino la sua validità nel tempo, del certificato di agibilità (documento che attesta l’accertamento, da parte del pubblico ufficiale, dei criteri strutturali, statici e di salubrità dell’immobile) all’avvenuto pagamento solo del progettista e del direttore dei lavori, che invece è un evento amministrativo derivante dai rapporti contrattuali fra i contraenti. Se il fine è quello di blindare il saldo delle fatture dei professionisti, non è questo il modo migliore: così si aggiungono solo adempimenti, si gravano gli uffici, si rallentano le procedure di fine lavori e, di conseguenza, anche le compravendite, da cui dipendono gli incassi delle imprese che a loro volta devono pagare tecnici, lavoratori e fornitori. E si nega la possibilità ai proprietari di avviare in tempi certi nuove attività o di realizzare progetti”.

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