
Roma, 26 ott. (AdnKronos) - "Non bisogna mai piegarsi alla prepotenza e alla sopraffazione della violenza" e bisogna vincere la paura "per rispetto di se stessi, della propria dignità e di quello che si fa". Lo ha affermato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, rispondendo ad una domanda degli studenti delle scuole secondarie di primo grado incontrati al Quirinale, che gli chiedevano se di fronte alla mafia, affrontata direttamente, ha mai avuto paura."A proposito della paura, faccio riferimento alle figure più importanti, a quelle persone che sono rimaste vittime della violenza mafiosa perché la contrastavano, perché vi si opponevano, perché non si piegavano alla prepotenza dei mafiosi. Le figure più note -ha ricordato il Capo dello Stato- sono Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Io li ho conosciuti bene, come ho conosciuto tante altre persone: magistrati come loro, uomini politici, giornalisti, Carabinieri, donne e uomini della Polizia, professionisti che hanno rifiutato di piegarsi alla prepotenza mafiosa e sono stati assassinati per questo. Erano consapevoli dei pericoli che correvano, erano a conoscenza di questi pericoli, lo sapevano, avevano timore che potesse avvenire ciò che poi è avvenuto, ma hanno vinto la paura -che è un sentimento normale quando vi sono dei pericoli- perché hanno pensato che il loro dovere fosse più importante della paura". "Hanno pensato che il rispetto della dignità propria e delle funzioni che svolgevano fosse più importante della paura di evitare i pericoli. La convinzione, l’atteggiamento e l'insegnamento che vengono da queste figure è cosa che ho sempre pensato e cercato di applicare. Questo vale sempre, dovunque; vale in queste grandi frontiere, quelle contro la mafia, la camorra, la criminalità organizzata, in qualunque parte del mondo. Ma vale anche in ogni altra condizione: non bisogna mai piegarsi alla prepotenza e alla sopraffazione della violenza".
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