
(AdnKronos) - "In Marocco dove non c'è olio né gas, il mercato ha già preso il suo corso - spiega l'ambasciatore del Marocco Abouyoub - L'Europa ha un potenziale tecnologico alto, noi un potenziale di risorse strategico, sarebbe miope abbandonare la sfida di affrontare insieme la concorrenza asiatica". Inoltre, spiega Abouyoub "il problema delle migrazioni è nelle agende politiche di tutta Europa. Le energie alternative possono essere una chance per tutti". Il progetto del cavo che collegherà la Sicilia alla Tunisia aleggia nella sala, le voci di un'accelerazione voluta dalla Commissione europea, accorciano le distanze del Mediterraneo che vorrebbe fare rete. Il workshop sulle energie rinnovabili ospitato da Assolombarda a Milano fa il punto sui paesi chiave, Marocco e Algeria in particolare modo, ma allunga lo sguardo su tutto il Maghreb. Si discutono i casi di successo, gli ostacoli, i sistemi per agevolare dialogo e capacità. "La cabina di internazionalizzazione della Farnesina punta proprio a fare rete", spiega Nicola Lerner, direttore della promozione business internazionale del Ministero degli Esteri, che invita i numerosi imprenditori in sala a "sfruttare i canali delle ambasciate italiane". L'ambasciatore Abouyoub cita il progetto Enel realizzato in Marocco con l'impianto eolico da 850 megawatt che rappresenta, sostiene, "un modello a livello mondiale", e gli impianti di Tangeri, come esempio di politica energetica interna. "In Marocco abbiamo fatto una scelta di campo, non teorica, ma implementata. Siamo certi che sia la strada giusta per una crescita ambientale e sociale. Siamo un mercato aperto e competitivo anche dal punto di vista legislativo, per quanti vogliano investire. L'energia è il settore dove il progetto del Mediterraneo unito, un sogno che inseguiamo da mille anni, può trovare piena realizzazione".
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