
Roma, 18 dic. (AdnKronos) - Oggi è stato il giorno della rabbia per i lavoratori dell’edilizia, che attendono da oltre 17 mesi il rinnovo del contratto nazionale: sciopero di otto ore, adesione media nazionale del 65%, con punte che in alcune regioni hanno raggiunto il 90%, ed un totale di 18 mila lavoratori che hanno dato vita a cortei e presidi in sei città, Padova, Torino, Roma, Napoli, Palermo, Cagliari. E' il bilancio che tracciano i sindacati di categoria Feneal, Filca e Fillea. Lo sciopero, ricordano, era stato indetto per chiedere lo sblocco di una trattativa infinita, dove le parti datoriali hanno continuamente evitato qualsiasi avanzamento nel confronto, non entrando mai nel merito della piattaforma presentata unitariamente dalle categorie, che hanno tentato fino all’ultimo la via del dialogo, ma senza risultati significativi. Dalle controparti non è “emersa una volontà esplicita a chiudere in tempi brevi il ccnl e quindi non possiamo che confermare il giudizio negativo sugli atteggiamenti delle nostre controparti che continuano a non raccogliere la sfida principale che come sindacato abbiamo lanciato: mettere il rinnovo del contratto, la strumentazione bilaterale, la valorizzazione delle professionalità al servizio di una ripresa di qualità del nostro settore, basata su regolarità, innovazione e giusti riconoscimenti salariali”,avevano spiegato i segretari nazionali di Feneal Filca Fillea confermando lo sciopero. A loro hanno fatto immediatamente eco i segretari Cgil , Cisl e Uil Susanna Camusso, Anna Maria Furlan e Carmelo Barbagallo, che nei giorni scorsi hanno ribadito “sosteniamo con forza le ragioni dello sciopero nazionale dei lavoratori edili. Servono aumenti salariali adeguati, un sistema bilaterale inclusivo, azioni in grado di sostenere le imprese più serie contro la concorrenza sleale e il dumping. Serve più sicurezza sui posti di lavoro, contro gli infortuni e gli incidenti mortali che, drammaticamente, crescono ogni giorno di più. Serve rafforzare gli strumenti di tutela della salute e per il pensionamento anticipato”.
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