
Roma, 10 mag. (AdnKronos) - “L’operatore del diritto si trova a combattere sfide ardue per arginare quella monetizzazione della privacy che rischia di ledere i diritti del singolo”. Ad affermarlo il Commissario Agcom, Antonio Martusciello, intervenendo alla tavola rotonda sul nuovo Regolamento europeo in materia di protezione dei dati. “Il Legislatore europeo è sceso in campo per dotare gli Stati membri di un abile clipeo – ha detto - ma questa occasione non pare esser stata opportunamente sfruttata a livello nazionale”. Ne sono prova, per Martusciello, le marce indietro che, nell’ultimo mese e mezzo, hanno accompagnato lo Schema di decreto recante l’adeguamento al GDPR: dalla paventata incostituzionalità dovuta all’eccesso di delega (sventata poi in extremis, attraverso la riesumazione del Codice Privacy); al limite di accesso, prima fissato a 14 e poi riportato a 16 anni, per i minori nell’ambito dell’offerta dei servizi della società dell’informazione; fino alla depenalizzazione delle violazioni dei dati personali, poi ripristinate, addirittura con l’inserimento di fattispecie ulteriori. “Senza considerare poi il ritardo con cui tale manovra è stata pensata”, ha proseguito il Commissario, il quale ha rilevato come questa circostanza rischi di accentuare le fratture con altri Stati europei più solerti, come Austria e Germania, che hanno già adempiuto. “In Europa non ci sono solo modelli positivi”, ha affermato Martusciello, indicando in particolare il caso francese, ma ciò “non può giustificare l’apatia nazionale”.
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