
Roma, 25 ott. (AdnKronos) - Aumentano gli incidenti ma calano le vittime mentre rimane sempre alto l'allarme sui pedoni e sulla manutenzione. Nel 2017 si sono verificati 104 incidenti ferroviari significativi: 99 sulla rete gestita da RFI e 5 sulle reti di competenza dei gestori regionali. Il dato è in crescita rispetto al 2016 ma inferiore al valore medio del periodo 2007-2017 (-14% rispetto al 2007, anno di istituzione dell’Agenzia). Le vittime, intese come morti e feriti gravi, diminuiscono nel 2017 rispetto al 2016: i decessi passano da 85 a 55 e i feriti gravi da 42 a 37. Nel raffronto, va considerato che il dato del 2016 è sensibilmente influenzato dalle conseguenze dell’incidente avvenuto tra Andria e Corato. È questa in sintesi la fotografia che emerge dalla “Relazione sulla sicurezza ferroviaria nel 2017”, presentata oggi dall’Agenzia Nazionale per la Sicurezza delle Ferrovie presso il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti alla presenza del Ministro Danilo Toninelli. I dati sono stati illustrati da Marco D’Onofrio, vicedirettore incaricato dell’Ansf. Un quadro, quello tratteggiato dall'Agenzia, che conferma che sul fronte dell'incidentalità ferroviaria l’Italia si colloca tra i valori più bassi dell’Ue pur mostrando possibili margini di miglioramento in particolare sul fronte della manutenzione e degli investimenti dei pedoni. Quello dei pedoni continua a rappresentare un vero e proprio vulnus per la sicurezza ferroviaria. Infatti, anche nel 2017 la quota preponderante degli incidenti è correlata all’indebito attraversamento della sede ferroviaria da parte di pedoni, inclusi i casi accaduti in corrispondenza dei passaggi a livello. Tale fenomeno riguarda il 73% degli incidenti significativi e l’85% delle vittime (49 morti e 29 feriti gravi). La causa va ricercata principalmente in comportamenti individuali impropri sui quali è necessario incrementare la consapevolezza degli utenti. Permane inoltre l’importanza dell’adozione di sistemi tecnici e tecnologici per impedire il manifestarsi del fenomeno.
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