Appalti: sindacati, 'non bastano modifiche codice ma politiche industriali'

economia
AdnKronos
Roma, 18 mar. (AdnKronos) - Per far ripartire i cantieri, servono interventi a più livelli e non solo le modifiche al codice degli appalti che, anche se utili a sburocratizzare le procedure, non possono sostituire le politiche industriali, finanziarie e urbanistiche. E' il perimetro d'azionie delineato dal documento predisposto da Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil, che chiedono innanzitutto l'istituzione di un tavolo permanente per il rilancio del settore delle costruzioni. Un documento che fissa, innanzitutto, come priorità la tutela del lavoro nel comparto con il rafforzamento dell'applicazione del contratto nazionale per contrastare fenomeni di dumping. E, ancora, avvertono i sindacati: accelerare sì ma questo non significa tornare al massimo ribasso o liberalizzare il sub appalto E' su questo tavolo permanente, che deve coinvolgere il governo, con più ministeri, e le parti sociali, che andrà affrontata tutte una serie di questioni a cominciare dalla sistematizzazione degli incentivi in essere alla creazione di un fondo di garanzia creditizia alimentato da Cassa Depositi e Prestiti per la messa in per la messa in sicurezza finanziaria, con partecipazioni a medio termine, delle principali imprese del settore che hanno appalti pubblici già aggiudicati, ma problemi di liquidità (servono investitori “pazienti” in settori che hanno remunerazioni dopo diversi anni). Astaldi, Condotte, Tecnis, Glf, Cmc, ecc. hanno in portafoglio, direttamente o in consorzio, circa il 50% degli attuali cantieri delle grandi opere, ricordano i sindacati. Temi prioritari sono, tra gli altri, la premialità negli appalti verdi per l'utilizzo di materiali, la qualificazione delle stazioni appaltanti, norme di raccordo in materia urbanistica e norme come la patente a punti per il rispetto dei perimetri contrattuali contro il dumping e per il contrasto al lavoro irregolare.

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