
(Adnkronos) - Di sicuro la Terza Repubblica vive sulle frasi a effetto. Il 'governo del cambiamento', ma anche 'È finita la pacchia' di Matteo Salvini. Non che nella Prima e Seconda Repubblica mancassero. 'Il destino' per Giuseppe Saragat era sempre 'cinico e baro'. Pietro Nenni voleva entrare nella 'stanza dei bottoni', ma poi sentì 'il tintinnìo di sciabole' e se ne spaventò". "La politica, per Rino Formica, era 'sangue e merda' mentre il Psi di Craxi era soltanto 'un circo di nani e ballerine'. Enrico Berlinguer inventò il 'compromesso storico', ma anche 'l’alternativa democratica'. Berlusconi illustrò, ma più che altro promise, 'un nuovo miracolo italiano', D’Alema passò alla storia per il 'patto della crostata' e Matteo Renzi per il 'patto del Nazareno'. Ma già era arrivata l’era della 'Casta' –titolo di un fortunato libro, ma copyright di Gabriele D’Annunzio all’avvento del fascismo– che finì per travolgere tutto e tutti. Compreso Renzi: aveva lanciato la 'rottamazione', poi è stato 'rottamato' dagli elettori e oggi torna di nuovo centrale col suo partito. E così, dopo l’era dell’'azzurro', sembrava essere arrivata l’ora dei 'gialloverdi', ma siamo entrati in una nuova era politica, quella dei 'giallorossi'. Insomma un compendio della storia repubblicana "con un tocco di ironia. Perché senza l’ironia affrontare la politica italiana davvero non è possibile. Viviamo, infatti, in un’epoca in cui 'anche il cretino si è specializzato', come diceva Ennio Flaiano, grazie ai social e all’onnipresenza della Tv e dei talk show. Conviene, anzi urge, prendere le adeguate contromisure, e qui -conclude Colombo nella sua introduzione- ci si prova".
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