
Catania, 2 feb. (Adnkronos) - (dall'inviata Elvira Terranova) -"Assurdo, assurdo, assurdo...". Sono da poco passate le 14 quando la Procura generale di Catania chiede alla Corte d'Appello etnea la condanna a sette anni e quattro mesi di carcere per l'ex Presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa e corruzione elettorale. Lombardo, con la barba grigia folta che fuoriesce pure dalla due mascherine, non si dà pace. Accompagnato dal suo legale, Maria Licata, passeggia nei corridoi del secondo piano del Palazzo di giustizia di Catania. Il processo d'appello, che arriva dopo la decisione della Corte di Cassazione che ha annullato l'assoluzione per concorso esterno e la condanna a due anni per corruzione elettorale semplice, sta arrivando alle battute finali. Nella prossima udienza Lombardo renderà dichiarazioni spontanee, già iniziate oggi, e poi prenderanno la parola i suoi due difensori, Maria Licata e Vincenzo Maiello."Semplicemente assurda questa richiesta di pena a sette anni e quattro mesi'', continua a dire Lombardo. ''Da undici anni aspetto di sapere quali affari, quali appalti, concessioni o autorizzazioni io avrei dato a questi signori'', si sfoga in una intervista all'Adnkronos. ''Gli ho fatto danno, prima e dopo le elezioni regionali del 2008, nessuno ha votato per me perché hanno votato per altri- dice ancora Lombardo -Il reato di concorso esterno non è che non esiste ma voglio capire chi lo ha fatto. Dovrebbero solo dirci se sono lo pseudonimo di qualcun altro, se hanno scambiato persona se mi hanno scambiato per un altro''. E sulla richiesta di pena aggiunge: ''inventato il reato, inventato l'appoggio, inventati i favori e l'accusa e di conseguenza anche la pena...''.
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