
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - La morte di Giulio Regeni “è una ferita sempre aperta, un dolore non diminuito, ed essere qui è un’occasione per rinnovare l’auspicio per il raggiungimento della verità e per rinnovare la rivendicazione, che è stata quella della Farnesina sin dal primo momento, di giustizia da assicurare: credo lo dobbiamo non solo alla memoria di Giulio, ma alla famiglia, a tutti i giovani impegnati come lui e alla dignità dello Stato italiano”. Lo ha detto l’ambasciatore Michele Valensise, già segretario generale del Ministero degli affari Esteri all’epoca dei fatti, davanti alla commissione parlamentare d’inchiesta sulla morte di Giulio Regeni. Un’audizione che si è aperta con il ricordo dell’ambasciatore italiano Luca Attanasio e del carabiniere Vittorio Iacovacci e del loro autista, rimasti uccisi in Congo. “Mi associo al pensiero in loro memoria e mi pare di interpretare il dolore dei colleghi della Farnesina allo stesso modo con cui vivemmo il dolore e lo strazio nei giorni del caso Regeni” ha detto Valensise.Rispondendo alle domande di uno dei membri della Commissione sulla morte di Giulio Regeni, l’ambasciatore ha aggiunto: “Da quello che abbiamo visto ex post, dobbiamo esigere di più da un certo settore dell’accademia inglese con cui Giulio era in contatto”.
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