
Roma, 28 nov. (Adnkronos) - Ci sono segnali provenienti da alcune scuole roccaforti della sinistra che fanno credere che il popolo studentesco degli astenuti si stia riorganizzando. Il risveglio degli invisibili, indecisi, delusi che scelgono l'ombra, sta partendo dalle scuole? La scuola farà scuola? Il segnale del cambiamento sembra essere partito in modo eclatante dal liceo romano Mamiani, che ha rappresentato fin dal '68 un'enclave per il movimento studentesco. In questi giorni il clima nell'istituto del quartiere Prati della Capitale, "è teso per la dilagante febbre d'occupazione. L'anno scorso la scuola è stata occupata da appena 80 studenti e si è spaccata in due. Ma quest'anno ho visto una maggiore presa di coscienza dei miei compagni rispetto alla necessità di esprimersi su un tema così delicato come l'occupazione. Infatti quando venerdì sera, nonostante il diluvio, ci siamo riuniti sotto il ponte della Musica eravamo in circa 350 ragazzi, almeno un centinaio dei quali erano volti nuovi, prevalentemente studenti di primo e secondo anno desiderosi di partecipare alla vita politica del Mamiani", racconta all'Adnkronos Pietro Giuliante, rappresentante d'Istituto. La percezione di questo nuovo fermento nella scuola sembra essere confermata dai fatti occorsi dopo il rientro a settembre: in occasione del voto, lo scorso 21 ottobre, al Mamiani si sono formate due nuove liste, con due candidati ciascuna, in alternativa a quella del collettivo che da anni regnava indiscusso. Sono Ritorno al futuro, capolista Flavia Zingaretti (figlia d'arte della politica) e Mba (Mamiani back again, nome scelto con riferimento al ritorno in presenza), guidata da Pietro Giuliante (studente del quinto anno) che con un post su Instagram, 'I limiti sono soltanto illusioni', lo scorso 6 ottobre ha dato il via alla sua campagna elettorale sui social. Il risultato? Pietro ottiene un risultato storico, distanziandosi per 17 voti in meno dal collettivo e per 178 voti in più dalla seconda lista indipendente 'Ritorno al futuro'.
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