
Roma, 15 dic. (Adnkronos) - "L’intervento legislativo sull'eutanasia è inaccettabile nel suo insieme perché si muove secondo una logica di morte, e non invece di aiuto e di affiancamento alla sofferenza. Come emerge dal parere del Comitato etico sulla vicenda di ‘Mario’, il disabile marchigiano che ha chiesto di morire, i problemi sono spesso di ordine psicologico, e richiedono un sistema sanitario e di welfare che affronti i la concretezza della quotidianità di chi vive in queste condizioni, non di identificare come porre fine all’esistenza". Ad intervenire con l'Adnkronos è Alfredo Mantovano, giudice e vice presidente del Centro studi Livatino che oggi presenterà alla sala stampa della Camera il volume 'Eutanasia, le ragioni del no', di cui è curatore e che riunisce i contributi di 12 diversi autori su temi che spaziano dall'ambito giuridico a quello medico.Secondo il magistrato nel testo al vaglio parlamentare sono numerosi i punti critici. Non è contemplata la figura del caregiver, "semplicemente non esistono - afferma Mantovano - Esiste il dramma quotidiano di parenti stretti del disabile o del paziente che devono conciliare le esigenze di lavoro e di esistenza con la necessaria assistenza della persona che soffre: se ne era accennato all’inizio della pandemia, ma poi sono caduti nel dimenticatoio". C'è poi "l'ipocrisia" del non usare il termine 'eutanasia': "Si usa la circonvoluzione ‘Morte volontaria medicalmente assistita’, una sorta di riedizione, alla fine dell’esistenza, della ‘procreazione medicalmente assistita’. Eutanasia è un termine che preoccupa, meglio nascondere con un giro di parole la sostanza del decesso procurato".
Leggi anche