
Palermo, 6 apr. (Adnkronos) - "La strage di Via D'Amelio pone un tema fondamentale, quello della verità nascosta, o meglio non completamente disvelata". Lo scrivono i giudici di Caltanissetta nelle motivazioni della sentenza del processo sul depistaggio sulle indagini sulla strage Borsellino Il 12 luglio del 2022 il Tribunale di Caltanissetta aveva dichiarato prescritte le accuse contestate a Mario Bo e Fabrizio Mattei, due dei tre poliziotti accusati di avere depistato le indagini sulla strage di via D'Amelio costata la vita al giudice Paolo Borsellino e agli agenti della scorta. Assolto il terzo imputato, Michele Ribaudo. Il venire meno dell'aggravante ha determinato la prescrizione del reato di calunnia. Ieri pomeriggio, a distanza di quasi dieci mesi, sono state depositate in cancelleria le motivazioni, lunghe quasi 1.434 pagine. "Il collegio ritiene che il diritto alla verità possa definirsi un fondamentale diritto della persona umana nell'ambito del quale si fondono sia la prospettiva individuale che quella collettiva". I giudici ricordano, poi, che il procedimento "si colloca a distanza di circa 30 anni dalla strage di via D'Amelio e sconta dei limiti strutturali non oltrepassabili poiché più ci si allontana dai fatti e più è difficile recuperare il tempo perduto".
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