
Roma, 18 mag. (Adnkronos) - "Esprimo vicinanza alle persone colpite, alle comunità, agli amministratori e cordoglio per le vittime. Credo che purtroppo bisogna trarre una considerazione abbastanza amara ma secca: continuare a contrapporre l'idea che in qualche modo ci possa essere un'attività economica, uno sviluppo economico prescindendo dall'esigenza di fare i conti coi cambiamenti climatici è evidentemente un falso, perché quando succede quello che drammaticamente abbiamo visto in queste ore non c'è solo la perdita di vite umane, non c'è soltanto il problema dell'agibilità dei settori, è anche un enorme problema economico che si ripercuoterà anche sulla competitività delle zone colpite, delle imprese che sono coinvolte e quindi questo tema va affrontato in modo integrato". Così il deputato del Pd ed ex Ministro del Lavoro Andrea Orlando a Radio Immagina, la web radio del Pd."Noi paghiamo oggi il danno di sottovalutazione di forme di negazionismo o di forme anche di relativizzazione del problema. Credo che ci dovrebbe essere un momento alto non solo nell'individuare le risorse per intervenire, ma per provare a ragionare in modo serio di cambiamenti climatici e contemporaneamente per discutere insieme di prevenzione, cioè di come si utilizzano adeguatamente le risorse che ci sono, di come si migliora la capacità di prevenzione"."Penso che ci sia il tema di come si affronta alla radice questo tema delle emissioni climalteranti, come si portano avanti sul serio le strategie. Il modo è chiaro, l'unione Europea dà delle coordinate rispetto alle quali il nostro paese in questo momento sta facendo resistenza - ha ricordato Orlando - dal passaggio ad altre forme di produzione dell'energia alla costruzione di altre modalità attraverso le quali superare i motori termici. Poi c'è un tema che riguarda invece come ci si adatta a cambiamenti che ormai sono già avvenuti e qui entra in campo il tema di come si utilizzano le risorse che ci sono già e come si evita di compromettere ulteriormente il suolo". "Io ho fatto il ministro dell'ambiente, ormai quasi 10 anni fa si è iniziato a discutere su mio impulso di una legge sul consumo del suolo su cui c'e' stato un lungo tira molla. Alla fine una legge su questo fronte non c'è stata. E questo perché ci sono lobby, perché ci sono interessi che contrastano l'idea di concepire il suolo come una risorsa scarsa che, però, se viene impermeabilizzato diventa un pericolo. Questi cambiamenti climatici, anche se li contrastiamo in larga parte, a un certo punto sono irreversibili. E quindi ci dovremo abituare a fare i conti con questo". "E l'unico modo è quello appunto di provare a far respirare il suolo. Serve una legge che dia delle prescrizioni - propone l'ex ministro dem - bisognerebbe mettersi tutti intorno a un tavolo e darci delle regole di carattere generale come ad esempio: si costruisce solo quando si è già rigenerato tutto il rigenerabile dei territori. Invece si continua a costruire quando spesso abbiamo patrimoni edilizi che non vengono utilizzati o che sono totalmente sottoutilizzati".
Leggi anche