
Roma, 20 ago. (Adnkronos) - "Ha fatto molto bene il ministro Crosetto a definire prontamente 'farneticazioni' le tesi razziste, omofobe e violente espresse pubblicamente e rivendicate a più riprese dal generale Vannacci. Ed è doverosa la decisione dell'Esercito italiano di rimuoverlo dal suo incarico. Chi ha ruoli di rappresentanza in nome della Repubblica italiana non può professare tesi razziste e discriminatorie". Lo afferma il senatore del Pd Francesco Verducci, vicepresidente della commissione Antidiscriminazioni del Senato. "La libertà di espressione -spiega- non è mai assoluta, essa ha un limite nel rispetto della dignità altrui. Questo è sancito dalla nostra Costituzione, che tiene insieme, nell'ordine, gli articoli 2 e 3, che sanciscono la dignità inviolabile della persona e l'eguaglianza tra ogni cittadino, e l'articolo 21, che garantisce pluralismo e libertà di espressione. Se la libertà di espressione viola dignità ed eguaglianza, essa non è più tale, diventa linguaggio discriminatorio, che è l'anticamera dell'istigazione all'odio. Nella storia recente l'odio contro le minoranze, alimentato da pregiudizi e falsità, è stato utilizzato dai totalitarismi e ha causato deliberatamente omicidi di massa e sterminio. La nostra Costituzione nasce come reazione all'aberrazione fascista, in particolare all'abominio delle leggi razziali. Il generale Vannacci è indifendibile, perchè le sue tesi sono la negazione dei presupposti della nostra democrazia". "C'è invece chi pericolosamente tenta di farne una vittima del 'politicamente corretto', che non c'entra assolutamente nulla, o della diatriba tra progressisti e conservatori, che anch'essa non c'entra palesemente nulla. In questa vicenda -conclude Verducci- sono invece in ballo i fondamentali della liberaldemocrazia. Razzismo e omofobia sono un veleno che uccide una democrazia. Almeno su questo servirebbe che tutti, liberali, conservatori e progressisti, fossero d'accordo, perchè è la base della nostra Costituzione repubblicana".
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