
Roma, 21 set. (Adnkronos) - Il decreto legge sul Mezzogiorno, assegnato alla commissione Bilancio, va assegnato anche alla Affari costituzionali, in quanto contiene le norme sull'immigrazione approvate nell'ultimo Consiglio dei ministri. Lo chiedono in una lettera al presidente della Camera, Lorenzo Fontana, i capigruppo del Pd, Chiara Braga; del Movimento 5 stelle, Francesco Silvestri; di Azione-Italia viva, Matteo Richetti; di Alleanza Verdi-Sinistra, Luana zanella; di Più Europa, Riccardo Magi."Il 19 settembre -scrivono gli esponenti dell'opposizione- il Governo ha presentato il disegno di legge di 'Conversione in legge del decreto-legge 19 settembre 2023, n. 124, recante disposizioni urgenti in materia di politiche di coesione, per il rilancio dell’economia nelle aree del Mezzogiorno del Paese, nonché in materia di immigrazione'. È stato assegnato alla commissione Bilancio. Il decreto legge contiene fino all’articolo 19 misure finalizzate 'al consolidamento economico delle aree del Mezzogiorno, con l'obiettivo di rendere l'area più idonea per lo sviluppo e la crescita dimensionale del suo sistema produttivo'. Il Consiglio dei Ministri del 19 settembre ha dovuto riapprovare il decreto in oggetto per inserire due nuovi articoli, 20 e 21, con i quali ha introdotto alcune significative disposizioni in materia di immigrazione: in particolare l’articolo 20 ha determinato l’estensione del periodo di trattenimento all’interno dei Centri per il rimpatrio fino a 18 mesi, mentre l’articolo 21 riguarda la realizzazione delle strutture di accoglienza, permanenza e rimpatrio". "Le norme di cui agli articoli 20 e 21 sopra descritte rientrano a pieno nella competenza della commissione Affari costituzionali secondo la circolare del presidente della Camera numero 3 del 1996. Poiché si tratta di misure di grande impatto, come dimostrato dal dibattito pubblico in corso, per l’assegnazione alla competente commissione non può valere un criterio meramente quantitativo. A nostro giudizio -chiedono i capigruppo dell'opposizione- l’assegnazione anche alla commissione Affari costituzionali risulterebbe non solo pienamente conforme all’articolo 79 del Regolamento, ma assicurerebbe una più idonea e coerente attività istruttoria".
Leggi anche