
Palermo, 5 lug. (AdnKronos) - "La soppressione delle sede palermitana dell'Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata sarebbe un'assurdità. La gestione di questi beni diverrebbe più complessa, ci sarebbero più difficoltà su tutti i fronti anche su quello dei lavoratori coinvolti". Così Cgil Sicilia e Cgil Palermo commentano il provvedimento contenuto nel Codice antimafia in discussione al Senato. Il sindacato, annunciano Mimma Argurio (Cgil Sicilia) e Mario Ridulfo (Cgil Palermo), "metterà in campo iniziative a tappeto, a partire dal pressing sul Ministero dell'Interno, per evitare che si perpetri questo scippo". Il sindacato chiederà un incontro al Ministero anche per avere chiarimenti "sul ruolo e le funzioni che la riforma assegna all'Agenzia, in relazione anche a tutto ciò che riguarda i lavoratori". Argurio e Ridulfo chiedono "dove fossero i parlamentari siciliani mentre la commissione Giustizia del Senato approvava l'emendamento alla riforma del Codice antimafia che prevede solo due sedi dell'Agenzia sul piano nazionale (Roma e Reggio Calabria)". Una gran parte di sequestri e confische, sottolineano, "viene gestita dalla sede di Palermo, perché è in Sicilia che avvengono quasi la metà di essi. La cancellazione della sede palermitana dell'Agenzia costituirebbe un indubbio passo indietro".
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