
(AdnKronos) - Se il condannato è detenuto o internato, la domanda può essere però direttamente presentata anche al magistrato di sorveglianza. Il presidente del consiglio di disciplina dell’istituto penitenziario può proporre, a titolo di ricompensa, la grazia a favore del detenuto che si è distinto per comportamenti particolarmente meritevoli. La concessione della grazia è preceduta da una fase istruttoria curata dal ministro della Giustizia, che deve ottenere una serie di pareri: del Procuratore generale presso la Corte di Appello e, se il condannato è detenuto, del magistrato di sorveglianza. A loro volta essi acquisiscono ogni utile informazione relativa, tra l’altro, alla posizione giuridica del condannato, all’intervenuto perdono delle persone danneggiate dal reato, ai dati conoscitivi forniti dalle Forze di Polizia, alle valutazioni dei responsabili degli Istituti penitenziari. Dopo aver acquisito questi pareri, il Guardasigilli trasmette la domanda o la proposta di grazia, corredata dagli atti dell’istruttoria, al Capo dello Stato, accompagnandola con il proprio 'avviso', favorevole o contrario alla concessione del beneficio.
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