
(AdnKronos) - In questa prospettiva, il documento esamina gli effetti dell'entrata in vigore della direttiva sotto due distinti profili. Il primo riguarda le modalità attraverso cui le società italiane con azioni ordinarie quotate sull'MTA hanno dato attuazione alle nuove previsioni, alla luce dei documenti pubblicati come dichiarazione non finanziaria (DNF), ulteriori eventuali documenti pubblicati in materia di sostenibilità e analisi di materialità predisposte. Il secondo profilo attiene al coinvolgimento degli organi di amministrazione rispetto alle tematiche ESG (enviromental, social and governance), così come emerge sia da un'analisi documentale sia da una Survey rivolta agli amministratori indipendenti membri di Nedcommunity. Nel corso del 2018, 151 società con azioni ordinarie quotate hanno pubblicato una DNF, inclusi due emittenti che avrebbero potuto non pubblicarla in quanto controllati da una società madre soggetta agli obblighi di legge. Sette società hanno pubblicato un Report Integrato, presentando le informazioni non finanziarie richieste dalla disciplina insieme alle informazioni finanziarie. Inoltre, alcune società hanno diffuso, oltre alla DNF, anche il Report di sostenibilità (cinque casi) o il Report Integrato (un caso). Quasi tutte le società (tranne due) hanno realizzato l’analisi di materialità, coinvolgendo frequentemente nel processo di identificazione dei temi rilevanti gli stakeholders interni (129 emittenti dichiarano di aver coinvolto gli organi interni e 47 i top managers) e più raramente gli stakeholders esterni (44 casi).Nessuna impresa ha menzionato l’analisi di materialità nel piano strategico, laddove pubblicato. Tuttavia, nel campione del Ftse Mib, 12 imprese hanno integrato nei piani strategici tematiche di lungo periodo e il relativo impatto sulla creazione di valore, mentre cinque hanno integrato i propri impatti sugli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG’s dell’ONU) rilevanti.
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