
Roma, 18 ago. (Adnkronos) - "In questo momento sarebbe una scelta del tutto sbagliata". Così il presidente della interparlamentare italiana, Pier Ferdinando Casini, ad Affaritaliani.it sull'eventuale riconoscimento del nuovo governo afghano dei talebani. "Stiamo proteggendo le persone che fuggono da Kabul, abbiamo chiuso precipitosamente le ambasciate, i pochi diplomatici stranieri sono chiusi in un compound all'aeroporto e noi dovremmo riconoscere il regime dei talebani? Non esiste. Se dimostreranno nei fatti nei prossimi mesi che avranno un comportamento rispettoso dei diritti umani, allora il discorso si può aprire. Questa è una conditio sine qua non. Le valutazioni si fanno non sulle promesse, ma sui fatti"."In questi giorni - prosegue l'ex presidente della Camera - si sta discutendo molto del tema dell'esportazione della democrazia, che è impossibile se la intendiamo come l'esportazione di modelli politici e istituzionali che sono quelli dell'Occidente. In quei Paesi, come l'Afghanistan ma anche la Libia, c'è una forte tradizione tribale, mentre la democrazia in Occidente è un processo che è passato per maturazioni storiche durate centinaia di anni. Chiedere di esportare il modello ad esempio anglosassone della democrazia in termini istituzionali e politici è qualcosa semplicemente di irrealizzabile. Ma ci sono diritti universali, come quello delle donne ad avere l'autodeterminazione o come quello dei bambini che non deve essere violato. O, ancora, come quello di ogni individuo di poter esprimere liberamente le proprie idee. Questi sono diritti inviolabili che devono valere anche in Afghanistan. Quando abbiamo condotto la battaglia in Africa contro l'infibulazione delle donne lo abbiamo fatto per far rispettare diritti universali, ma ciò non significa esportare la democrazia. Non facciamo confusione".
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