**Auto: Cardinali (Unrae), 'infrastrutture ricarica vengono prima di incentivi'**

economia
AdnKronos
Roma, 9 gen. - (Adnkronos) - "Gli incentivi potrebbero fare la differenza se le infrastrutture di ricarica fossero più sviluppate, mentre restano carenti su molte arterie e con un clamoroso divario Nord-Sud clamoroso. Insomma, i bonus vanno bene ma prima serve altro: pretendere che un cittadino spenda i suoi soldi per una elettrica pura senza dargli la serenità su una struttura di ricarica pubblica e privata non ha senso". Lo sottolinea all'Adnkronos Andrea Cardinali, Direttore Generale dell'Unrae, l'associazione che rappresenta le Case estere operanti sul mercato italiano, ricordando che sul fronte dei punti di ricarica "i confronti internazionali sono schiaccianti". "Anche se - ammette - circolano statistiche farlocche che misurano il rapporto fra punti di ricarica e parco circolante di auto elettriche: peccato che quest'ultimo sia bassissimo, è logico che in questo modo l'Italia sia leader" nella diffusione delle colonnine.Peraltro, spiega, su questo punto "basterebbe spendere i soldi che ci sono, ovvero i 740 milioni del Pnrr più i 50 milioni per infrastrutture di aziende e professionisti e i 40 per privati e condomini". Il fatto è - aggiunge - "che mancano le piattaforme, il regolamento attuativo, manca ancora lo stesso cronoprogramma per il Pnrr: non avere ancora messo a terra le modalità" per la gestione di questi fondi "e non sapere neppure chi sono i soggetti istituzionali che devono spendere questi soldi è gravissimo". Tornando agli incentivi, come Unrae, "abbiamo chiesto di allineare verso l'altro i price cap, abbiamo domandato il travaso dei fondi visto che le risorse non sono allocate bene e di allungare i termini di consegna visto che la crisi dei chip durera' almeno tutto l'anno, inoltre, abbiamo chiesto di includere tutte le persone giuridiche, non solo i noleggiatori". Insomma, conclude Cardinali, "ci sono tante possibilità di migliorare lo schema: noi non demorderemo e continueremo a portare avanti le nostre richieste sperando di essere ascoltati".

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