
Roma, 10 gen. (Adnkronos) - "Ancora oggi, il sequestro e la confisca dei beni nei confronti dei condannati per associazione mafiosa costituiscono un imprescindibile strumento nella lotta alla mafia". Lo ha affermato il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, intervenendo alla presentazione del docu-film "Ora tocca a noi: storia di Pio La Torre", nell'Auletta dei Gruppi."Pio La Torre -ha ricordato il numero uno dell'Assemblea di Montecitorio- riponeva una fiducia incrollabile nella legge e nella capacità delle istituzioni democratiche di contrastare la mafia. Quegli ideali e quei valori confluirono poi nella legge 646 del 1982, che introdusse per la prima volta nel codice penale la fattispecie di reato di 'associazione di tipo mafioso' e la conseguente previsione di misure patrimoniali applicabili all’accumulazione illecita di capitali. Il testo normativo traeva origine da una proposta di legge che aveva come primo firmatario l'onorevole La Torre, alla cui formulazione collaborarono anche due giovani magistrati della Procura di Palermo, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino". “'Una legge per la democrazia': così la definiva Pio La Torre, perché avrebbe consentito di restituire alla collettività i beni della criminalità accumulati illecitamente, riutilizzandoli a fini sociali. Fu sua, infatti, la straordinaria intuizione -ha concluso Fontana- che la vera frontiera nella lotta alla mafia risiedesse in un serrato e rigoroso contrasto ai traffici e agli interessi economici dell’organizzazione criminale".
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