Mattarella: lezione Saragat, Repubblica con volto umano, frontiere non diaframmi (2)

politica
AdnKronos
(AdnKronos) - Frasi che in qualche modo rimandano ad altre affermazioni di Saragat, che Mattarella cita alla fine del suo discorso, quando ricorda l'incontro dell'allora Capo dello Stato, nel febbraio del 1967, con l'Associazione dei giuliani e dalmati. 'E' necessario -disse in quell'occasione- che esista in noi -affinché noi possiamo trarne alimento di speranza nella costruzione dell'avvenire- la ferma fede che un giorno, quando l'Europa si farà e i popoli si riconosceranno nella pace e nella concordia, le frontiere saranno segni convenzionali e non diaframmi, e i singoli gruppi etnici potranno esprimere in piena libertà il proprio genio, conformemente a ciò che sentono e venerano come Patria dello spirito'. "Sono certo -commenta anche in questo caso l'attuale Capo dello Stato- che il Presidente Saragat sarebbe orgoglioso di vedere quanta strada è stata percorsa sul sentiero da lui lucidamente indicato!"Mattarella cita poi altri passi per tornare su quelle che sono le funzioni del Presidente della Repubblica, ricordate sempre da Saragat il 25 ottobre del 1965, pochi mesi dopo la sua elezione. Tra di esse 'quella di difendere validamente la Costituzione e la democrazia', che 'non è soltanto il governo della maggioranza ma anche il rispetto profondo per le minoranze. Il Capo dello Stato deve tutelare il diritto della maggioranza a governare il Paese e il diritto della minoranza di esercitare la sua opposizione'. Anche perchè 'la democrazia politica presuppone una comunità morale tra coloro che la compongono'. Per l'attuale Capo dello Stato "una definizione pregnante, e pienamente valida ancora oggi".In un altro passaggio, Mattarella richiama un doppio insegnamento: quello di Saragat che cita Einaudi. Affermazioni che possono ricollegarsi alle polemiche che investono la permanenza del nostro Paese nell'euro, ai rapporti tra governo e Capo dello Stato e ai compiti più generali che spettano a quest'ultimo.

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